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Fucina degli angeli
fondata da Egidio Costantini

biografia





  1. Dall'infanzia al matrimonio
  2. L'inizio di una nuova vita
  3. Gli anni dell'affermazione
  4. Romania, Barcellona, Tokyo
  5. Il maestro dei maestri

Con il 1958 si apre un periodo di crisi economica e morale per Egidio, la sua famiglia ed per la sua Fucina degli Angeli. A causa di un errore commesso, le opere di ritorno da una esposizione a Dortmund non risultavano spedite per una momentanea spedizione e quindi la dogana aveva preteso una tassa di 700 mila lire, una cifra davvero enorme per l’epoca. Pagato allo Stato italiano la cifra pretesa, Egidio aveva dovuto chiudere i battenti. Per tre anni Egidio è costretto ad abbandonare il suo lavoro di artista ed accettare un lavoro ai mercati generali di Mestre come contabile e all’occorrenza come scaricatore. Anche sua moglie e figli fanno la loro parte per superare il brutto momento.

La situazione ha un repentino cambiamento solo nel 1961 quando tramite un amico, Costantini prende contatto con la signora Peggy Guggenheim. Grazie all’aiuto economico, alla stima e all’amicizia che la celebre e ricca collezionista Americana gli dimostra, Egidio può ricominciare la sua attività di artista e ad esporre le sue creazioni in tutto il mondo: la Fucina degli Angeli finalmente riprende a vivere.
In quegli anni Egidio fa la conoscenza del pittore e scultore tedesco Jean Arp, incontrato ad Abano in Provincia di Padova. È l’ennesimo doppio successo: Egidio riscuote la fiducia di Arp che gli consegna infatti un proprio disegno da tradurre in una scultura di vetro e al secondo incontro le Tre grazi” – questo il nome dell’opera – riscuotono l’approvazione e l’ammirazione dell’artista.

Egidio Costantini con Jean Arp.
A destra la celebre stella che Arp ideò per Fucina degli Angeli.

Nel 1964 la Guggenheim fa esporre le opere della Fucina nel proprio palazzo e l’anno successivo fa in modo che le porte del Museo d’Arte moderna di New York e quelle delle case di uomini illustri, potenti e ricchi come Nelson Rockfeller, gli si spalanchino.
Il 14 giugno 1966 si inaugurano i locali della nuova sede della Fucina degli Angeli. I nuovi locali vengono ricavati da un ex-magazzino in Calle Corona a pochi passi dalla vecchia sede. Il progetto di restauro e di trasformazione come l’esecuzione dei lavori vengono affidati all’architetto Mikuni Omura, suo genero. Fra le sculture esposte nella nuova sede compaiono anche quelle di Max Ernst, conosciuto qualche anno prima a Parigi.
Ormai la fama di Costantini ha raggiunto un riconoscimento internazionale, nulla sembra potergli sbarrare più la strada
Il 4 novembre 1966 l’acqua alta si abbatte sulla città di Venezia raggiungendo l’altezza record di un metro e novantacinque centimetri: l’acqua ha sommerso tutte le strade, ha invaso tutte le abitazioni, i magazzini, i negozi che si trovano al pian terreno, anche per la Fucina sono momenti terribili. Dopo il ritiro delle acque il bilancio è disastroso: risultano danneggiati i locali e purtroppo sono andati distrutti o irrimediabilmente danneggiati molti disegni, lettere e cataloghi. Invece quasi tutte le opere non hanno subito danni. Il danno economico è notevole ed Egidio non sa da solo come fare. L’aiuto per risollevarsi dalla difficile situazione arriva nel 1967 da parte di Nelson Rockfeller il quale, venuto a conoscenza del disastro, invia ad Egidio tremilanovecento dollari chiedendo in cambio un’opera a scelta. Sempre dall’America l’azienda pubblicitaria Walter Thompson allegò un assegno di duemila dollari alla richiesta di quattrocento mascherine in vetro, su disegno di Ernst che gli sarebbero servite come gadgets. La Fucina può essere restaurata ed Egidio riprendere a lavorare. Alla fine dello stesso anno viene realizzata nella fucina degli Angeli una delle opere fra le più impegnative e difficili da realizzare l’Immortale, una monumentale scacchiera.

Egidio Costantini insieme a Max Ernest

Egidio realizza anche il Cristo in gloria di Mark Tobey. Sia con Ernst che con Tobey, Egidio stringerà un legame di amicizia e di collaborazione che saranno alla base di tutte le incredibili e meravigliose sculture nate dal loro sodalizio.
Nello stesso anno le due nuove opere vengono esposte a Ca’ Pesaro, il Museo d’Arte Moderna di Venezia. È un altro trionfo dimostrato dal fatto che, nel periodo di apertura dell’esposizione (22 luglio – 30 settembre 1967), il numero dei visitatori era raddoppiato. Subito dopo le opere tornano nella risorta sede della Fucina degli Angeli per essere esposte assieme a quelle di Coignard, Dauphin, Krayer, Le Corbusier, Leger, Lobo, Peegen, Picasso Severini, Tamaki e Fontana, quest’ultimo conosciuto precedentemente a Milano.
Nel 1969 Egidio si reca a new York su richiesta dell’amico e pittore Paul Jenkins, esponente dell’arte informale, si erano già incontrati a Venezia l’anno precedente. È l’inizio di un’altra feconda collaborazione e di una duratura amicizia.
























Egidio Costantini con Peggy Guggenheim




































L'opera de "L'immortale"






































Egidio Costantini assieme a Paul Jenkins