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Fucina degli angeli
fondata da Egidio Costantini

testimonianze



André Verdet

Ho conosciuto Egidio Costantini da Pablo Picasso, a Cannes, negli studi della California, molto tempo fa. Il pittore aveva appena affidato a Egidio, rinnovatore dell'arte del vetro, la realizzazione d'una serie di piccole divinità greche le cui immagini abbellivano le pagine di un'opera intitolata <<Fauni e Ninfe>> di Pablo Picasso. Avevo scritto io il testo di quella raccolta, ed era stato Jean Cocteau che, qualche mese prima, aveva calorosamente raccomandato Costantini a Picasso. Fui anche presente quando Costantini portò a Picasso i primi pezzi eseguiti a Murano.
Il padrinato di Picasso, di Cocteau e poi di Arp portarono fortuna a Costantini. Altri artisti celebri, d’ogni tendenza, collaborarono successivamente con Egidio Costantini all’insegna della <<Fucina degli Angeli>>, e gli affidarono, dopo lo studio in comune dei progetti e degli schizzi proposti, l’esecuzione di pezzi di scultura in vetro.
Anche giovani pittori e scultori ancor quasi sconosciuti giunsero a Venezia per lavorare con Egidio Costantini, la cui serietà e puntualità trovano riscontro soltanto nella sua gentilezza, nell’amicizia operante. Così, grazie alla <<Fucina degli Angeli>>, questi giovani artisti, nel corso di esposizioni in Italia ed all’Estero, videro il loro nome accanto a quello dei loro maggiori celebri, e la loro opera ricevere un avvio di popolarità presso il gran pubblico.
Il lavoro di Costantini è difficile, delicato, pieno di insidie trattandosi di realizzare in vetro progetti e schizzi proposti dagli artisti con disegno, una scultura, un rilievo; . . . oppure un oggetto soggettivizzato. Il suo buon mestiere, la sua tecnica perfetta s’imbattono spesso in duri ostacoli. Egli prima di tutto, deve far salvo lo spirito dell’opera da trasformare in forme di vetro colorato. Deve imporsi di non prevaricare né modificare questo spirito, ma adattarvisi, piegarvisi esaltando in misura dei mezzi concessi dalla tecnica del vetro. Deve evitare di far dell’opera in corso di esecuzione una cosa specificatamente sua, una creazione troppo personalizzata dal suo lavoro di artista. Da ciò la necessità di una collaborazione stretta tra Egidio Costantini e l’artista di cui interpreta l’opera.
Di questa collaborazione stabilita lungo gli anni tra me ed Egidio Costantini, io non ho avuto che da rallegrarmi. Ho potuto constatare il grande rispetto ch’egli ha per l’opera affidatagli dall’artista per la trasposizione in Vetro d’Arte; la sua preoccupazione di non snaturarne lo spirito profondo, la sostanza formale e morale. Questa preoccupazione è costante, gli è presente sempre durante l’esecuzione dell’opera negli studi di Murano.
E posso anche affermare che il Maestro per la sua conoscenza della materia ed il suo fervore nella realizzazione, dà all’opera proposta dall’artista una trasparenza, una luce, una iridescenza che faranno scoprire, all’artista stesso, possibilità nuove di creazione per il suo futuro lavoro.

(André Verdet, catalogo della Fucina degli Angeli del 1974).

Per primo, Egidio Costantini ha nobilitato la storica isola sull’Adriatico della modernità contemporanea nell’arte del cristallo. Ha fatto suo il genio degli altri e, sommando il proprio, lo ha trasceso.

(André Verdet, da “Il Maestro dei Maestri”, 1990)

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Testi a cura di Antonio Comelli.